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Convegno al Civico per il centenario di don Giussani In evidenza

Nato a Monterosso nel 1956, Alberto si imbatté nel movimento a 17 anni, iniziando a conoscere se stesso attraverso Cristo, il che lo aiutò a far emergere la sua vocazione.

“Non voglio vivere inutilmente”: questa frase di don Luigi Giussani è il titolo di un convegno che si terrà sabato prossimo al teatro Civico della Spezia per celebrare il centenario della sua nascita. Tutta la sua esistenza è stata infatti attraversata e percorsa da quel desiderio, che la sua vita fosse utile.

L’incontro, promosso dal centro culturale “Don Alberto Zanini”, è previsto per le 17.45 e vi interverranno l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, Michele Campiotti della “diaconia centrale” di Comunione e liberazione, ed Anna Riccardi, insegnante ed iniziatrice dell’esperienza del movimento alla Spezia, negli anni Settanta.

L’evento ricorderà anche due altri anniversari: i cinquant’anni dalla nascita di Comunione e liberazione alla Spezia e i trent’anni dalla scomparsa di un giovane sacerdote, don Alberto Zanini. Per collegare questi eventi occorre forse richiamare le parole che l’allora cardinale Joseph Ratzinger pronunciò a Milano nell’omelia per la Messa funebre di don Giussani: “Giussani - disse il futuro Benedetto XVI - è divenuto realmente padre di molti e, avendo guidato le persone non a sé ma a Cristo, proprio ha guadagnato i cuori, ha aiutato a migliorare il mondo, ad aprire le porte del mondo per il cielo”. Uno di quei “cuori guadagnati” è proprio di don Alberto Zanini.

Nato a Monterosso nel 1956, Alberto si imbatté nel movimento a 17 anni, iniziando a conoscere se stesso attraverso Cristo, il che lo aiutò a far emergere la sua vocazione. Divenne così prete, parroco a Vernazza, insegnante di religione al liceo “Pacinotti”, responsabile degli universitari di CL a Pisa. Nel 1992 morì a soli trentasei anni in un tragico incidente sulle Alpi Apuane, dove era in gita con i suoi ragazzi. La sua breve ma intensissima vita è stata testimonianza limpida ed instancabile dell’amore di Dio ad ogni uomo, soprattutto ai giovani, proprio con la stessa passione e totalità che egli aveva visto e imparato da “don Giuss”.

Proprio per questo è stato deciso di ricordare insieme i due anniversari, così come il mezzo secolo di vita del movimento in diocesi. In base a tutto questo, “il convegno di sabato prossimo - afferma il responsabile diocesano della fraternità di CL Massimo Padeletti - non vuole essere una semplice commemorazione di don Giussani, ma piuttosto una testimonianza di come il suo carisma sia vivo, presente e operante oggi, per la sua capacità di incontro, di fascino e di proposta di un cammino umano in cui la ragione, la libertà e il cuore dell’uomo sono sempre chiamati in causa e provocati nel rapporto con tutta la realtà. Facciamo così nostro l’augurio che don Giussani disse al Meeting di Rimini: «Auguro a me e a voi di non stare mai tranquilli»”.

Oggi il movimento conta oltre centomila aderenti ed è presente in 90 paesi del mondo. Dalla proposta di Giussani sono nate inoltre moltissime opere educative e sociali, tra le quali il Meeting di Rimini, il Banco Alimentare, Avsi, il Banco Farmaceutico e molte scuole che in varie parti del mondo si ispirano al suo metodo educativo. L’incontro di sabato al Civico è aperto a tutti.

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