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Don Giulio divide: schieramenti opposti sulla sospensione del parroco di Bonassola In evidenza

Posizioni sintetizzate da due hashtag: #iostoconGuilio e #iostoconlaculturadellavita.

La notizia della sospensione "a divinis" di Don Giulio Mignani, decisa dal Tribunale ecclesiastico della Spezia a seguito delle posizioni assunte dal parroco in merito ad eutanasia, aborto e coppie omosessuali, ha suscitato subito grande eco e guadagnato le prime pagine dei giornali nazionali. 
E' però, ovviamente, nello spezzino, ed in particolare nel piccolo borgo di Bonassola, che l'eco della sentenza si amplifica giorno dopo giorno, e divide.

Da una parte c'è chi, da sempre, da ben prima del verdetto della Chiesa, difende Don Giulio e appoggia il suo operato; dall'altra, invece, c'è chi ritiene corretta la decisione del Tribunale.

A favore del parroco è scattata immediatamente una vera e propria mobilitazione, che ha portato anche a lanciare diverse petizioni online. Solo sulla piattaforma change.org ce ne sono due.

La prima contiene una vera e propria lettera aperta diretta al parroco

Caro don Giulio, 

abbiamo appreso con sgomento del grave provvedimento disciplinare che il vescovo diocesano ti ha indirizzato e desideriamo esprimerti tutta la nostra solidarietà, abbracciandoti da lontano in attesa di poterlo fare presto in presenza. Le tue parole, miti ma nette, su questioni che toccano la carne viva di molte famiglie, hanno rappresentato in questi anni un raggio di sole non soltanto per chi sperimenta una condizione di sofferenza ed esclusione, ma anche per chi da molto tempo ne pronuncia di simili in altri contesti, non ritenendo la chiesa cattolica diocesana in grado di raccoglierle o più semplicemente, di ascoltarle. 

Un interlocutore istituzionale, la cosiddetta gerarchia ecclesiastica, che ritiene evidentemente di riservare a te la cacciata dal ministero,  e di coprire e  magari destinare ad altro incarico preti pedofili, lefebvriani che rifiutano il concilio e disprezzano l’attuale pontefice, cappellani che benedicono i sistemi d’arma e portano le stellette sulla tonaca, parroci misogini e autoritari.  

Parole e gesti, i tuoi, che infastidiscono un'autorità fuori dal tempo, sclerotizzata, completamente ripiegata sulle proprie dinamiche interne, debole con i forti e forte con i deboli: chi più vulnerabile di un prete in esilio da decenni, nel clima post elettorale di un’ Italia ammorbata dalla triade Dio-Patria-Famiglia così come la intende la destra estrema?

Caro don Giulio, l’esito forse scontato - date le premesse -   della tua vicenda non  ti ha impedito di parlare a viso aperto. Grazie, molti non ci sono  mai riusciti, tra suore, preti e laici, se non (forse) nei consessi interni.  Sappiamo tutti però che è solo questione di tempo e di spazio. Altri vescovi, altri territori, altra formazione faranno maturare infine le condizioni per riconoscere il valore del tuo ministero, del tentativo di un approccio diverso da quello dogmatco alle questioni difficili del  fine-vita e del matrimonio tra persone dello stesso sesso; avviene già altrove, succederà anche in questa diocesi, che oggi assomiglia alla fortezza Bastiani del " Deserto  dei tartari ", dove una guarnigione di ufficiali vive asserragliata in una difesa di cui a molti sfugge il senso.  Tu però non te la sei sentita di consigliare una prudente attesa e un sofferente silenzio alle persone in carne ed ossa che si sono rivolte a te. Gesù non l’ha mai fatto, se possiamo permetterci un’incursione nel terreno che è tuo. 

E’ per questo che, ancor più dell’insensato gesto di repressione, maturato nei circoli più oscurantisti da cui non è lecito attendersi nulla di diverso, amareggia il silenzio dei buoni, i tanti ecclesiastici e religiose con i piedi piantati nella dura realtà, al servizio delle comunità in modo disinteressato e limpido. 

Sarebbe un segnale confortante se da parte loro si levasse per te, pubblicamente, una parola di solidarietà, sgombrando così l'impressione di un silenzio giustificato dal desiderio di evitare lo scandalo. 

Ma è la tua sospensione a divinis lo scandalo, e ne portiamo tutti la responsabilità.  

Un poeta inviso alla chiesa ufficiale ma caro a quella degli ultimi, cantava: “Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti“.

Per quello che vale, vogliamo con fermezza affermare che, certo, siamo coinvolti, ma che non assisteremo in silenzio alla tua lapidazione e che  siamo pronti a sostenerti nelle forme che riterrai più opportune. 

Ti abbracciamo forte

 

L'altra petizione lancia l'hashtag #iostocondongiulio e spiega: "Don Giulio Mignani, sacerdote nella parrocchia di Bonassola è stato sospeso perché inclusivo, non aveva pregiudizi su nessun essere umano e ha più volte esternato la sua vicinanza agli omosessuali, ha partecipato a riunioni organizzate dall'associazione Coscioni per il fine vita e ha preso posizione più volte contro le vetuste regole della chiesa".

Le due petizioni, complessivamente, in tre giorni, hanno ottenuto oltre 800 firme.

la parte pro Don Giulio ha inoltre organizzato una manifestazione per domenica 9 ottobre davanti alla sua chiesa.

 

Manifestazione contro la quale, ovviamente, si schiera chi, al contrario, non sostiene Don Giulio.

Tra loro c'è il consigliere Provinciale di centrodestra Alessandro Rosson che si schiera a favore della decisione della Chiesa e lancia l'hashtag #iostoconlaculturadellavita.

"Domenica a Bonassola ci sarà un presidio a favore del parroco Mignani e molti esponenti del centrosinistra ligure e nazionale hanno già confermato la loro presenza, da Rifondazione Comunista con il vice-sindaco di Levanto Canzio, passando al PD sino ai radicali di Luca Coscioni; l'evento - afferma Rosson - porterà nel borgo personaggi mai visti, che hanno come unico scopo quello di strumentalizzare la “confusione” di Don Giulio con un presidio davanti alla Chiesa di Santa Caterina. Saranno prevalentemente persone atee o agnostiche, molte senza sacramenti, dichiaratamente di sinistra, che da sempre attaccano la Chiesa Cattolica".

"Sui social e su alcuni organi di stampa - prosegue il Consigliere provinciale - è iniziata la propaganda della sinistra con vecchi slogan comunisti, prese di posizione contro la Santa Sede, attacchi ingiustificati alla Curia spezzina, che sono in antitesi con la posizione del sottoscritto e di molti cittadini che, anche se molto irritati per questa situazione, hanno timore di esporsi".

"Io ci metto la faccia - conclude il consigliere Rosson - e voglio esprimere chiaramente la mia personale posizione ribadendo: SI alla famiglia naturale, NO alla Lobby LGTB, SI all'indentità sessuale, NO alla ideologia di genere, SI alla cultura della vita, NO a quella della morte, SI ai valori universali Cristiani, NO alla violenza islamica".

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