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Rigassificatore di Panigaglia, il PCI: "Stop alle procedure senza l'intesa con il territorio" In evidenza

Due i progetti presentati per il potenziamento e consolidamento delle attività.

Tutti i giorni l’informazione dominante ci bombarda con la “necessità” di nuovi impianti di rigassificazione e di potenziamento e sviluppo degli esistenti: nuovo rigassificatore di Piombino, raddoppio del rigassificatore di Livorno, adeguamento e sviluppo di quello di Panigaglia solo per citare le realtà a noi più vicine. A questo coro mediatico si aggiungono le sparate subitanee del Presidente della Regione Giovanni Toti pronto ad ospitare anche ulteriori nuovi impianti sul nostro territorio proponendo le banchine di Genova Multedo ed il porto di Vado Ligure.

In realtà di Panigaglia e del suo rigassificatore, l’unico in Italia sulla terraferma, operante da oltre 50 anni a partire dal 1971, non se ne è mai parlato e discusso abbastanza; è tornato all’onore delle cronache grazie all’iniziativa organizzata dal Gruppo Consigliare “Ambiente e Progresso” del Comune di Porto Venere del mese scorso, iniziativa nata proprio con l’obiettivo di squarciare il velo di silenzio e riprendere un cammino di consapevolezza e di lotta da parte del territorio.

Ciò che sta avvenendo infatti è sotto gli occhi di tutti, ma molti, la maggioranza, tace e rimane silenziosa; in questo silenzio GNL Italia - ENI avanza progetti, si muove su piani “puramente tecnici”, procede incassando la pilatesca posizione del Ministero della “Transizione” Ecologica, oggi col nuovo Governo Meloni divenuto, con terminologia più adeguata al contesto socio/politico/energetico, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, un valzer di denominazioni che non cambiano la posizione genuflessa verso l’ENI e le altre multinazionali nella forsennata corsa allo sviluppo senza fine dell’utilizzo delle fonti fossili.

SNAM - GNL ITALIA - ENI, complici amministrazioni locali sornione e morfeiane, non hanno mai completamente onorato e rispettato gli accordi / convenzioni urbanistiche / intese vigenti che gli hanno garantito il prolungamento d’esercizio dell’impianto altrimenti destinato alla chiusura già sul finire degli anni ’90: mancato rispetto degli accordi occupazionali che prevedevano il mantenimento di oltre 150 unità lavorative dirette (complice anche un accordo al ribasso siglato successivamente ed unilateralmente con il sindacato) e mancato sviluppo del percorso e della trattativa relativa alla dismissione dell’impianto già sottoscritta ed accettata dalle parti e prevista dalle pianificazioni urbanistiche, solo per citare alcuni dei punti salienti.

In questo quadro, già ben delineato, vengono presentati due nuovi progetti di potenziamento / consolidamento / differenziazione delle attività: un progetto denominato “TRUCK LOADING” che prevede la realizzazione di nuove infrastrutture a mare (nuovo ed ulteriore pontile e banchina d’attracco lato Fezzano) e a terra (nuove postazioni per il caricamento di autocisterne di gas liquido lato Le Grazie) per la diffusione del GNL su gomma, cisterne che viaggeranno tramite bettoline, avanti e indietro per il golfo spezzino sino alla folle destinazione di calata Paita in centro città alla Spezia, visto l’inadeguatezza della strada provinciale “Napoleonica” (peraltro unica via di fuga e di soccorso in caso di incidente rilevante all’impianto) e un altro progetto denominato “VESSEL RELOADING” che prevede anch’esso nuove infrastrutture a mare con il potenziamento del pontile principale per garantire l’accosto a gasiere di diversa stazza e per garantire quindi anche pericolose operazioni di imbarco e/o trasbordo del GNL.

Il Ministero della Transizione Ecologica ha ricordato che per queste procedure in corso è comunque necessaria l’INTESA con la Regione Liguria, così come avvenne in analogia per la ristrutturazione degli anni ’90, intesa che a nostro giudizio non può essere rilasciata senza la partecipazione democratica alla stessa dei territori interessati, attraverso accordi e protocolli ai quali devono partecipare i Consigli Comunali dei Comuni competenti.

Così effettivamente avvenne nei primi anni duemila, i Consigli Comunali di Porto Venere, Lerici e della Spezia si dichiararono contrari al progetto di “raddoppio” dei serbatoi di Panigaglia (attualmente in numero di due contenti 50.000 metri cubi di gas liquido ciascuno) che venne definitivamente archiviato con la successiva bocciatura anche a livello regionale.

La posizione del PCI sulle tematiche legate all’energia è chiara e netta: NO alle fonti fossili gas e carbone, NO ai rigassificatori, NO al nucleare, SI alla ricerca, SI alle fonti rinnovabili, SI ad un confronto internazionale sull’energia e sull’ambiente che vada oltre le sanzioni autolesionistiche imposte, sanzioni che hanno agevolato la più grande speculazione finanziaria sulla pelle di cittadini, lavoratori e imprese.
Necessario quindi un aggiornamento dell’INTESA vigente che in maniera globale assicuri maggiore sicurezza per lavoratori e cittadini, rispetto degli accordi già siglati in particolare in relazione all’occupazione con eventuale anche ulteriore potenziale incremento, sviluppo di attività alternative, cessione di nuove aree alla collettività, definizione del percorso legato alla definitiva dismissione dell’impianto con individuazione della data di fine vita (decommissioning) dello stesso e relativa bonifica generale delle aree private e demaniali.

In questi lunghi 50 anni di attività dell’impianto il territorio ha ricevuto poco più che misere elemosine, briciole, in confronto agli enormi utili economici incassati dalla multinazionale, la facile critica del NIMBY (non nel mio giardino) con noi non può essere addotta, abbiamo già dato! Panigaglia rigassifica potenzialmente circa 3,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno, il territorio deve alzare il tiro delle richieste per ottenere ricadute economico/finanziare importanti per lo sviluppo dello stesso e per il sostegno a famiglie e imprese che da anni convivono giornalmente con il disagio della presenza di una industria a rischio di incidente rilevante (tipo SEVESO).


PARTITO COMUNISTA ITALIANO
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