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Cgil sostiene il Progetto LiberArt, laboratorio Artigianale nel Carcere della Spezia In evidenza

Il progetto LiberArt "laboratorio Artigianale nel Carcere di La Spezia" nasce nel 2013 dal Gruppo di Azione Nonviolenta della Spezia.

La Cgil spezzina sostiene il Progetto LiberArt, laboratorio Artigianale nel Carcere di La Spezia. "E' un progetto importante- dice Luca Comiti, Segretario della Cgil spezzina- che va nella direzione del recupero e dell'integrazione, utile anche per il reinserimento nella società a fine pena. Come segreteria Cgil ieri abbiamo visitato il carcere ed il laboratorio e conosciuto i suoi partecipanti. Abbiamo trovato un'atmosfera di collaborazione reciproca. Abbiamo deciso di commissionare a LiberArt le borse e gli zainetti che daremo ai delegati per il nostro congresso che si terrà a Gennaio."

"L'obiettivo più importante per noi, in questo progetto, è la possibilità di offrire ai detenuti uno spazio e un tempo nel quale sperimentare modalità di relazioni costruttive e solidali- dice Giancarlo Saccani, Coordinatore del progetto- Nella gestione del lavoro e nella vita di relazione all'interno del momento laboratoriale, si sperimenta la tecnica del consenso per arrivare ad assumere decisioni. Si cerca sempre di raggiungere una decisione che sia consensuale e soddisfi il più possibile le aspettative di ognuno. Questo progetto ci permette anche di contribuire a combattere l'isolamento che vive il mondo del carcere rispetto al resto della città e combattere lo stigma che rappresenta l'essere passati dal carcere".

Il progetto LiberArt "laboratorio Artigianale nel Carcere di La Spezia" nasce nel 2013 dal Gruppo di Azione Nonviolenta della Spezia. In quell'ambito si decide di iniziare un lavoro in carcere, con l'impegno di artigiani e volontari tutti coinvolti nell'azione nonviolenta in città. La proposta di progetto ha incontrato il favore della direzione della Casa Circondariale.

L'attività di formazione si svolge nei settori della pelletteria, legatoria, cartotecnica e lavorazione del pvc. Nelle ore di corso si impara a progettare e realizzare oggetti in cuoio o pelle, si imparano le tecniche di rilegatura artigianale e cartotecnica e la lavorazione del PVC riciclando striscioni pubblicitari dismessi che vengono trasformati in oggetti finiti come borse, beauty, zainetti, ecc.. Gli oggetti realizzati vengono esposti nella bottega equosolidali della Spezia.

Finanziato dall'8 x Mille delle chiese Valdese e Metodista, vede la chiesa Metodista di La Spezia come capofila del progetto. Collaborano come partner il Gruppo di Azione Nonviolenta, la cooperativa Magazzini del Mondo, la Diaconia Valdese. Ad oggi sono coinvolti come beneficiari, 12 detenuti della Casa Circondariale della Spezia. Il progetto è portato avanti da tre docenti-formatori (Giancarlo Saccani, Moira Franza e Rosalba Martone) e da alcuni volontari che periodicamente si affiancano.

Il progetto ha come obiettivi specifici quelli di offrire formazione professionale, favorire il senso di responsabilità e etica del lavoro; attraverso il lavoro di gruppo fondato sui valori di inclusione, valorizzazione della persona, dialogo, in un clima di collaborazione e condivisione, scoprire l'opportunità di rivedere il proprio approccio alle dinamiche conflittuali, sperimentando la gestione nonviolenta del conflitto.

 

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