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Ambrosini e Battaglia: "Sarzana cresce, ma come?"

Le perplessità delle due esponenti del coordinamento Italia Viva - Azione.

In questa fase finale della campagna elettorale ciò che colpisce delle iniziative dell’attuale amministrazione sono due aspetti: la forsennata rincorsa al maquillage della città, iniziata nelle settimane immediatamente precedenti la data delle elezioni, e l’attrazione di copiosi investimenti privati nel settore turistico/alberghiero e agricolo.

Riguardo il primo aspetto, l’affannoso maquillage, condito di relative inaugurazioni con selfie della Sindaca, qualunque elettore non di “bocca buona” troverebbe questa frenetica attività quanto mai strana e fuori tempo massimo per essere credibile e dovrebbe sentirsi offeso per essere considerato “manipolabile” con mezzi così infantili.
I disagi su strade e infrastrutture che hanno caratterizzato questi ultimi 5 anni di amministrazione del centro destra non possono essere dimenticati né tantomeno attribuiti a “quelli che c’erano prima”.
Le opere realizzate e in via di realizzazione paiono prive di organicità, come le asfaltature a macchia di leopardo, e rispondono solo allo scopo di dimostrare le buone intenzioni dell’amministrazione, mentre opere più importanti e ambiziose vengono comunque rimandate al prossimo mandato.

I copiosi investimenti privati, invece, aprono un capitolo riguardo possibili “cavalli di Troia” per modificare profondamente l’economia e l’ambiente sarzanese.
Gli elettori sappiano che la Sarzana del futuro potrebbe essere privatizzata e cementificata attraverso investimenti che, oltretutto, potrebbero non essere esenti da rischi di infiltrazioni illecite.

Lo sviluppo economico e sociale è un obiettivo da perseguire senza infingimenti, ma deve essere sostenibile e non stravolgere i territori e, soprattutto, non deve essere contaminato da interessi inconfessabili e non deve favorire la speculazione edilizia con la conseguente cementificazione di aree ambientalmente preziose.
Non è un segreto che molti progetti in giro per l’Italia abbiano ottenuto il via libera per la loro pretesa utilità sociale, ma che alla fine si siano trasformati in mere attività speculative, tradendo le aspettative e lasciando sul terreno drammi umani e danni ambientali irreversibili.
Sotto brillanti iniziative economiche, come la costruzione di alberghi o case di riposo, si possono nascondere notevoli rischi: una volta dimostrata la loro insostenibilità economica e fallite le imprese inizialmente coinvolte nella realizzazione, per sbloccare la situazione, all’insaputa della cittadinanza o sfruttandone l’esasperazione dovuta a eterni cantieri mai terminati, sono state modificate le destinazioni d’uso per consentire la trasformazione in appartamenti dove i piani regolatori non permettevano la costruzione di
abitazioni private. Il risultato finale è stato l’arricchimento di pochi speculatori, nessun posto di lavoro stabile e migliaia di metri cubi di cemento a devastare preziose aree verdi, nel silenzio-assenso di alcune amministrazioni “ipovedenti”.

Altro caso è quello di oliveti che dopo pochi mesi dal loro impianto, invece che dopo i 5/7 anni necessari a rendere produttive le piantine, hanno iniziato miracolosamente a produrre olio extra vergine, in realtà importato a basso costo e di qualità scadente da Paesi africani o asiatici e semplicemente imbottigliato con etichette, anche prestigiose, come documentato dalle molte truffe scoperte a danno dell’UE.

Ad un’amministrazione iperattiva come l’attuale che propone grandi progetti per la nostra città, noi ci sentiamo in diritto di chiedere la massima trasparenza.
Le amministrazioni comunali, infatti, sono tenute, anche riguardo investimenti privati che non prevedano cambi di destinazione d’uso delle aree interessate, a verificare che questi corrispondano agli interessi della popolazione sotto il profilo sociale, economico e culturale e non possono sottrarsi al confronto con i cittadini né rifiutare l’accesso agli atti che sono stati prodotti a corredo delle iniziative.

Allo stato attuale non sappiamo se le aziende che stanno investendo a Sarzana utilizzeranno risorse proprie o saranno finanziate da istituti di credito; non sappiamo come e in che tempi intendano remunerare il capitale investito e non conosciamo le valutazioni sui flussi di cassa attesi né sulla redditività degli imprendimenti.
Certamente l’amministrazione possiede queste informazioni, ma non ne ha fatto partecipe il Consiglio Comunale e per questo sarebbe fondamentale avere accesso ai piani d’impresa, strumento aziendale indispensabile per ottenere i finanziamenti, valutare i rischi d’impresa, ma anche per testimoniare la perfetta legittimità e serietà d’intenti che i rendering o le dichiarazioni entusiaste degli amministratori non sono sufficienti a dimostrare.

In gioco non c’è solo la sostenibilità economica di attività industriali, ma soprattutto la visione del mondo che, pur sempre meno condizionata da impostazioni ideologiche, ci vede impegnati a mantenere vitali e funzionanti i capisaldi del centrosinistra e del bene comune: sanità pubblica, scuola pubblica, welfare, ambiente e amministrazione trasparente al servizio di tutti e non di spregiudicati gruppi d’affari.

Roberta Ambrosini e Nicoletta Battaglia 
per il Coordinamento Italia Viva-Azione

 

 

 

 

 

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