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Dissequestrato il cantiere per lo stabilimento a Carlo Alberto in Palmaria In evidenza

I sigilli erano stati posti un mese fa. Il sindaco Cozzani: "Rispettate tutte le norme"; gli ambientalisti: "Progetto inconciliabile con l'area".

Ieri il tribunale del riesame aveva disposto il dissequestro dell’area di cantiere per la realizzazione dello stabilimento balneare di Carlo Alberto, sull’isola Palmaria.

L'area era stata posta sotto sequestro il 13 aprile a seguito di accertamenti documentali che avevano portato i Carabinieri Forestali a porre i sigilli in quanto i lavori sarebbero iniziati oltre il limite di un anno dal rilascio dei permessi senza che fossero state chieste proroghe.

Il tribunale, a un mese di distanza, ha dato ragione alla proprietà e questa mattina i Carabinieri Forestali hanno tolto i sigilli.

Commenta il sindaco di Porto Venere Matteo Cozzani: "La sentenza conferma, ancora una volta, il buon operato della nostra amministrazione e soprattutto il rispetto di tutte le norme e i regolamenti previsti.
Non è nel nostro stile fare polemiche o manifestazioni da tifoseria organizzata, l’unica cosa che faremo è continuare, a testa alta, a lavorare nell’interesse dei nostri concittadini e a portare avanti progetti per migliorare e rendere sempre più bello il nostro comune perché questo merita Porto Venere e tutta la nostra comunità".

Le associazioni Legambiente, Posidonia, Palmaria Si Masterplan no e Frastaglio, che sono state tra le promotrici della manifestazione in Palmaria il 15 aprile, prendono atto della sentenza e affermano: "Leggeremo le motivazioni di questa decisione, però la vicenda legata alle autorizzazioni e alle modalità in cui si è arrivati a decidere di realizzare in quel sito uno stabilimento balneare con tanto di piscine e di privatizzazione di larghi tratti dell’area, non termina di certo con questo dissequestro. Secondo il nostro modo di vedere tutto questo è inconciliabile con un Parco e area protetta, con una zona speciale di conservazione speciale, con un’area marina protetta e quindi come bene comune da tutelare. Dovrebbero essere questi e non i pericolosi e striscianti contenuti del MasterPlan, ancorché apparentemente non legati alla vicenda dello stabilimento, gli obiettivi che una corretta gestione amministrativa del territorio si dovrebbe porre anche in tutela degli interessi delle future generazioni. Le nostre associazioni, con le iniziative che abbiamo messo in campo, chiedevano essenzialmente questo: di mettere al centro le tematiche dell’ambiente e della natura come imprescindibili per qualsiasi gestione del territorio. Ed è per questo che continueremo la nostra battaglia per la tutela dell’isola".

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