DisArt, al CAMeC il via con un laboratorio dedicato agli studenti

Di Vimal Carlo Gabbiani - Al museo spezzino la prima attività dell’edizione 2025

Questa mattina, nelle sale del CAMeC, si è aperta ufficialmente l’edizione 2025 di DisArt con un laboratorio che ha visto protagonisti gli studenti di una seconda media della scuola Mazzini-Pellico. Un avvio raccolto ma ricco di energia, che ha dato forma concreta al titolo scelto per quest’anno: Un mare di inclusione.


I ragazzi sono arrivati con l’emozione di chi entra in un museo non solo per osservare, ma per costruire qualcosa. A ciascuno è stato consegnato un foglio bianco e una selezione di matite e pennarelli. Il compito era semplice solo in apparenza: disegnare un’immagine ispirata alla città, al mare, ai suoi simboli e al modo in cui gli adolescenti guardano La Spezia.




I ragazzi e i loro disegni

Seduti a due grandi tavoli, gli studenti si sono immersi nel lavoro con una serietà sorprendente. C’era chi iniziava tracciando la curva delle colline, chi il profilo del porto, chi immaginava personaggi sospesi tra fantasia e realtà. Una studentessa ha disegnato una nave che si trasforma in un grande pesce colorato; un suo compagno ha scelto i palazzi del centro storico attraversati da un raggio di luce.



Piccole storie che prendono forma in pochi centimetri di carta, restituendo alla città un’immagine nuova, filtrata dallo sguardo giovane e curioso della loro età.



La tradizione del concorso

Il laboratorio prosegue la tradizione del concorso avviato negli anni passati. Nel 2024 aveva trionfato un disegno ispirato alla Gabbianella e il Gatto di Luis Sepúlveda: i due animali seduti al molo, la gabbianella che offre al gatto un pezzo di focaccia. Un gesto semplice che raccontava lo spirito di DisArt: aiuto reciproco, incontro e inclusione come pratica quotidiana.

Anche quest’anno l’elaborato vincitore diventerà la reale copertina di un numero di The Spezziner, rinnovando il legame tra manifestazione, scuola e comunità cittadina.

Le voci dei protagonisti

«Anche quest’anno ripetiamo questa esperienza meravigliosa», ha commentato Mauro Baraldi, presidente di The Spezziner. «Attraverso la creatività dei giovanissimi studenti apriamo uno sguardo sulla città dal loro punto di vista e lanciamo anche un messaggio di inclusione».

Soddisfatta anche Veronica Giunta, docente della Mazzini-Pellico: «Abbiamo aderito con entusiasmo. Abbiamo bambini e bambine che sanno disegnare molto bene, ma al di là dell’aspetto tecnico è la finalità della manifestazione che è davvero interessante».

Il laboratorio di oggi è solo il primo passo. Nei prossimi giorni entreranno in scena anche i ragazzi con disabilità, protagonisti di attività dedicate. «Oggi prevale l’aspetto artistico», ha spiegato Roberto Barrichello, fondatore di Agapo. «Nei prossimi giorni saranno i ragazzi disabili a essere i protagonisti. Come Agapo guideremo laboratori di ceramica».

Un ponte costruito con la creatività

Così DisArt 2025 prende il largo: non solo con un foglio bianco e una manciata di colori, ma con l’idea che la creatività possa diventare un ponte. Un ponte tra generazioni, tra storie diverse, tra abilità che si incontrano e si completano. 

 






 

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