di Anna Mori - Perché un’ondata di freddo può convivere con estati roventi e con la sensazione che le stagioni intermedie stiano scomparendo.
L’Italia sta vivendo un’ondata di freddo che in molte zone ha colto di sorpresa. Le temperature sono scese bruscamente, in alcuni casi ben al di sotto di quanto ci si aspetterebbe per il periodo, con gelo, nevicate anticipate e un generale ritorno a un clima rigido che ricorda gli inverni più freddi del passato. Tuttavia, questo tipo di episodi non va interpretato come un ritorno stabile a un clima più freddo, ma piuttosto come uno degli effetti della crescente instabilità che caratterizza gli ultimi anni.
La temperatura globale è aumentata, e questo cambiamento non porta solo a estati più calde: influisce anche sul modo in cui l’atmosfera si muove. Le correnti d’aria, che un tempo seguivano percorsi più regolari, oggi subiscono deviazioni più brusche. Quando i flussi d’aria che scorrono sul continente cambiano direzione, può accadere che masse gelide di origine artica riescano a raggiungere il Mediterraneo con maggiore facilità. Il risultato sono irruzioni fredde improvvise, anche dopo periodi insolitamente miti.
In molti sostengono che “non ci sono più le mezze stagioni”, e questa sensazione, spesso etichettata come un luogo comune, ha invece una base reale. Le transizioni che un tempo davano forma alla primavera e all’autunno si stanno accorciando. I passaggi lenti e progressivi lasciano più spesso posto a cambi di scena improvvisi: si può passare dal caldo quasi estivo al freddo invernale in pochi giorni, oppure vivere settimane intere in cui il clima sembra non avere più una direzione precisa. L’estate si è allungata e si è fatta più calda. L’inverno, invece, pur risultando mediamente meno rigido rispetto a diverse decadi fa, presenta episodi brevi ma intensi, come quello attuale.
Queste oscillazioni non sono casuali. Il Mediterraneo è un’area particolarmente sensibile ai cambiamenti del clima globale: si trova sul crocevia tra le influenze dell’Atlantico, del Nord Europa e dell’Africa. Basta una piccola variazione delle correnti per alterare considerevolmente le condizioni atmosferiche locali. È per questo che possiamo passare in poco tempo dal caldo quasi africano dell’estate alle giornate limpide e gelide di certe irruzioni invernali.
L’ondata di freddo di questi giorni, dunque, non rappresenta una contraddizione rispetto al riscaldamento globale, ma un suo effetto collaterale. La Terra si scalda, ma allo stesso tempo diventano più probabili gli sbalzi, le anomalie e gli episodi estremi: caldo estremo prolungato, piogge intense, periodi secchi, e anche incursioni fredde più marcate. È un nuovo equilibrio, più fragile e più difficile da prevedere.
Categoria Attualità
Autore: Gazzetta della Spezia
28-11-2025 09:19
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